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MUSEO del PRESENTE - Roges di Rende (Cosenza)

29 maggio - 13 giugno 2009

a cura di Tonino Sicoli

 

inaugurazione : venerdì 29 maggio - ore 19:30

 

(Catalogo in mostra - Ingresso gratuito)

 

Saranno  presenti : l'artista ed il critico d'arte Prof. Tonino SICOLI

 

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Comunicato

 

 

 

Locandina

 

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Invito cartolina

 

recto                                                                                   verso

 

              

 

 

Catalogo (frontespizio)

 

 

Caratteristiche catalogo: 

 

 

 

 

 

   UN ANIMISMO MODERNO

 

Ilario Quirino è un candido colorista. L'ossimoro è d'obbligo con lui perché la sua bella riser-

vatezza va in cortocircuito con la sua pittura esuberante; i suoi modi garbati e spontanei di

vivere l'esperienza dell'arte sembrano incompatibili con il cromatismo vivace dei suoi quadri

estroversi.

Allo stesso modo si può parlare di naif /colto, nel senso che su una matrice istintiva e ingenua

si innesta una formazione accorta e ricca di riferimenti presi dalla storia dell'arte.

Il colore selvaggio è certamente l'elemento che balza subito agli occhi; ma il modo di darlo

sulla tela è di derivazione fauvista, tipica di quei pittori francesi che agli inizi del XX secolo

divennero famosi per la loro violenza espressiva: Derain, Matisse e soprattutto De Vlaminck.

Da loro Quirino prende la pennellata larga ed evidente, che scompone il colore in maniera

caleidoscopica. Niente pittura tonale, ne atmosfere in chiaroscuro. La forma è semplificata e

tratteggiata schematicamente, con rapide nervature dalle tinte forti; il gesto conforma a larghi

tratti una natura eccedente; l'energia del paesaggio è tutta concentrata nella superficie in

tensione.

Il colore è scomposto nei suoi timbri più araldici, più densi e più variopinti. Macropennellate

generano strisce, nastri, macchie diversamente intarsiate, in immagini di origine naturalistica

ma irriconoscibili.

La visione di Quirino è un'eruzione di luce, che nervosamente delinea figure in divenire e le

fissa nel loro dinamismo interno. Montagne, cieli, foreste, alberi, fiori, uccelli, farfalle costi-

tuiscono un universo pervaso dalla gioia primordiale di descrivere la potenza della natura. E'

come se il pittore cogliesse la forza originaria da cui scaturisce il mondo e che da vita ad una

sorta di animismo moderno.

Così come nelle culture primitive i luoghi e gli oggetti entrano in comunicazione con gli

uomini attraverso una loro entità spirituale, nella pittura di Quirino si agitano e si manifestano

energie psichiche, principi vitali, scaturigini profonde.

La pittura è come la magia ed evoca l'anima dell'occulto, ma di un arcano benefico e positi-

vo, vitalistico e rigenerante.

Non a caso Quirino fa riemergere dal profondo dell'inconscio collettivo gli archetipi di un

pensiero selvaggio, che accomuna per tanti versi le sue pitture all'arte tribale. Nei volti defor-

mati come cerimoniali maschere apotropaiche si ritrovano i caratteri dell'art nègre, che enfa-

tizza i legami con la natura, con la terra madre, con lo spirito immanente dell'universo.

Un crogiolo di suggestioni visive ribolle nell'immaginario dell'artista, che mescola

l'espressionismo francese con i barocchismi dell'arte maya, la vibrante pittura di Van Gogh

con le alienazioni dell’art brut, il mondo naìf di Rousseau il Doganiere con l'esotismo della

scultura africana e della pittura aborigena australiana.

In questo acceso racconto si manifesta la gioia e il dramma dell'uomo, che brucia e consuma

la passione della conoscenza immaginifica.

  Sono le sponde di un'identità culturale, che Quirino assume in tutta la sua problematicità,nella

  dialettica sofferta di emozioni e ragionamenti, slanci espressivi e riflessioni interiori.

  Il dualismo lo si coglie non tanto nella doppia professione di medico e artista - da Levi a

  Burri sono tanti i medici-artisti - ma in quella di pittore istintivo e di razionale saggista, che

  ha dedicato tutta la sua vita a studiare la figura umana e artistica di Pier Paolo Pasolini.

  Sembrerebbe un'azione culturale schizofrenica, viziata magari da dilettantismo. Si agisce,

  piuttosto, su saperi complementari: la conoscenza dell'arte è immediata, soggettiva e bada

  alle forme del linguaggio, quella scientifica, invece, è fatta di concatenazioni logiche e aspira

  all'obiettività.

 

  Quirino trova nella scrittura un rigore metodologico, che va ad integrare l'impulsiva e festosa

  pittura. Allo stesso modo nelle incisioni si stempera ogni esuberanza per raggiungere

  risultati grafici severi e meditati; il colore è azzerato nel bianconero e le immagini

  appaiono  come bruciate.

 

  Le acqueforti, che rappresentano un corpus interessante del lavoro di Quirino, propongono

  una sintesi formale elegante ed introspettiva. La pennellata chiassosa della pittura inquieta

  trova un contrappasso nel sottile solco del bulino, che aggroviglia le linee e rende scabra la superficie.  

 

  L'inchiostro nero ricerca effetti pittorici, civettando sottovoce con l'eterna inquietudine.

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Opere in mostra                                                                                                 (cliccare per ingrandire)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RASSEGNA STAMPA
       
       
       

 

 

 

 

Foto serata inaugurazione mostra

 

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